5 Infatti Mosè descrive così la giustizia che viene dalla legge: «L’uomo che farà quelle cose, vivrà per esse». 6 Invece la giustizia che viene dalla fede dice così: «Non dire in cuor tuo: “Chi salirà in cielo?” (questo è farne scendere Cristo) né: 7 “Chi scenderà nell’abisso?”» (questo è far risalire Cristo dai morti). 8 Che cosa dice invece? «La parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore»: questa è la parola della fede che noi annunziamo; 9 perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; 10 infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati. 11 Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso». (Romani 10:5-11 – La Nuova Riveduta 1994).

La giustizia basata sulla legge dice che l’uomo vivrà (vivrà in eterno) per mezzo delle cose della legge, cioè seguendole. Per poter vivere in eterno mediante la giustizia che viene dalla legge, l’uomo doveva seguirla perfettamente senza mai violarla nemmeno una volta, proprio come fece Cristo, il quale non peccò mai (Ebrei 4:15). Infatti gli uomini non sono giustificati mediante la legge, ma mediante la fede (Galati 3:11).
I versi 6 e 7 creano un’analogia tra ciò che viene detto nel cuore di una persona e Cristo il quale discese dal cielo e scese nell’abisso dopo che morì allo scopo di redimere le persone che sono giustificate mediante la fede. Uno che dice in cuor suo: “Chi salirà in cielo?” significherebbe far scendere Cristo dal cielo come se Cristo non fosse sceso dal cielo. E se dice: “Chi scenderà nell’abisso?” significherebbe far risalire Cristo dai morti come se Cristo non fosse risuscitato. In realtà, sia Cristo che scende dal cielo che risale dai morti è tutta un’unica cosa che doveva avvenire per la salvezza degli uomini, poiché Cristo doveva scendere dal cielo e scendere nell’abisso (come conseguenza della sua morte) e risuscitare. Ma come detto prima, viene creata un’analogia tra il pensiero “Chi sarà salvato?” e il pensiero “Chi non sarà salvato?”. Il salire in cielo si riferisce alla salvezza e il scendere nell’abisso si riferisce alla non salvezza. L’abisso è il luogo simbolico dei morti, dove stette simbolicamente anche Cristo in quel periodo di tempo in cui era morto. Viene chiamato “cuore della terra” (Matteo 12:40), “Ades”, etc. Il cielo viene usato come luogo di quelli che erediteranno la vita eterna, nonostante quelli che erediteranno la vita eterna vivranno sulla nuova terra (2 Pietro 3:13). Quelli che non erediteranno la vita eterna, dopo la loro risurrezione, andranno simbolicamente di nuovo nell’abisso dove si trovavano prima di risuscitare, cioè nell’Ades (Matteo 11:23).
Nel caso della giustizia che viene dalla fede ci sarebbe un processo continuo per tutta la vita del continuare a fare, fare e fare. Cioè di continuare a seguire quella o quell’altra legge fino alla fine con l’incertezza se l’uomo continuerà a seguire perfettamente la legge senza mai fallire o meno. E in questo caso nasceva il pensiero “Chi sarà salvato?” o il pensiero “Chi non sarà salvato?” Però da notare che come detto prima, nessun uomo è in grado di seguire perfettamente la legge, ma il verso parla comunque di questo concetto perché è quello che la giustizia della legge dice.
Mentre nel caso della giustizia che viene dalla fede, si tratta solamente di credere e basta. I versi 8, 9, 10 e 11 fanno capire che si tratta solo di credere, e se uno crede sarà salvato. A differenza della giustizia che viene dalla legge, la quale ha a che fare con il fare, fare e fare fino alla fine per ottenere giustizia, la giustizia che viene dalla fede a che fare solamente con la scelta di credere per ottenere giustizia, e tutto finisce lì.

Nota: La salvezza è basata sulla fede e non sulle opere della legge, ma nella vita delle persone devono esserci le opere della legge. Le opere della legge rendono completa/perfetta la fede che salva le persone (Giacomo 2:22), altrimenti è una fede morta che non salva le persone (Giacomo 2:14; Giacomo 2:17).

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