Figlio d’uomo, volgi la tua faccia contro Gog, la terra di Magog il principe capo di Mesec e Tubal, e profetizza contro di lui, (Ezechiele 38:2 – Verso tradotto in italiano da me dalla traduzione inglese della King James Version 1611).
 
Così dice il Signore, l’Eterno: “Questa è Gerusalemme. Io l’avevo posta in mezzo alle nazioni e agli altri paesi che la circondavano. (Ezechiele 5:5 – La Nuova Diodati 1991).
 
per depredare, saccheggiare, mettere la mano su rovine ora ripopolate e sopra un popolo che si è riunito dalle nazioni, dedito agli armenti e ai propri affari, che abita al centro della terra. (Ezechiele 38:12 – Bibbia CEI 2008).
 
[12] E nello scritto venne fuori, come sorte di Sem, il centro della terra che egli doveva prendere in eredità per sé e per i suoi figli per le generazioni dell’eternità, dal centro della catena montuosa di Rafa, dalla bocca del fiume Tînâ. E la sua parte andava verso occidente attraverso il corso di questo fiume, e si estendeva fino a raggiungere l’acqua degli abissi, da cui questo fiume esce e versa le sue acque nel mare di Mê’at, e questo fiume sfocia nel grande mare. Tutto ciò che è a nord è di Iafet e tutto ciò che è a sud appartiene a Sem. (Libro dei Giubilei 8:12 – passaggio tradotto in italiano da me dalla versione inglese di Robert Henry Charles).
 
[13] e andavano fino ad avvicinarsi a Karaso che é nel grembo della lingua di terra che guarda verso sud. (Libro dei Giubilei 8:13 – versione italiana).
 
[8] La prima parte uscì a Gomer a est, dal lato nord fino al fiume Tînâ; e a nord uscirono per Magog tutte le porzioni interne settentrionali, fino al mare di Mê’at. (Libro dei Giubilei 9:8 – passaggio tradotto in italiano da me dalla versione inglese di Robert Henry Charles).
 
[11] E a Tubal uscì la quinta parte: (quella) fra la lingua che si avvicina ai paraggi della porzione di Lud fino alla seconda lingua, nella regione al di là della seconda lingua, nella terza. [12] E a Meshek uscì la sesta parte: tutta la regione al di là della terza lingua, fin presso l’oriente di Gadir. (Libro dei Giubilei 9:11-12 – versione italiana).
 
[19] e dato che sapeva che il giardino di Eden era santo dei santi e dimora del Signore e che il monte Sinai, centro del deserto, e il monte Sion, centro dell’ombelico della terra, tutti e tre, l’uno di fronte all’altro, erano stati creati per la santità. (Libro dei Giubilei 8:19 – versione italiana).
 
[25] E per Iafet uscì la terza porzione al di là del fiume Tînâ, a nord dell’uscita delle sue acque, e si estendeva a nord-est fino a tutta la regione di Gog e a tutto il suo oriente. (Libro dei Giubilei 8:25 – passaggio tradotto in italiano da me dalla versione inglese di Robert Henry Charles).

[26] E procedeva lungo il nord e andava, per le montagne di Kilt, verso nord e verso il lago Mauk e arrivava a oriente di Gadir, fin verso il braccio dell’acqua del lago. (Libro dei Giubilei 8:26 – versione italiana).

[4] E ad Arpakshad uscì la terza parte: tutta la terra della regione dei Caldei, verso oriente dell’Eufrate che è vicino al mare di Eritrea e tutte le acque del deserto fin presso la lingua di mare che guarda verso l’Egitto, e tutta la terra del Libano, di Saner e Amana, fin presso l’Eufrate. (Libro dei Giubilei 9:4 – versione italiana).

[9] E a Madai uscì la sorte di prendere (le terre) da occidente (di quelle) dei suoi due fratelli fino alle isole e alle loro estremità. (Libro dei Giubilei 9:9 – versione italiana).

Per Iafet, il terzo figlio di Noè, uscì una terza parte dall’altra parte del fiume Tînâ, dal nord della sorgente delle sue acque e da tutti i confini di Gog. (Syriac Chronicle – tradotto dall’inglese in italiano da me).

Per questo articolo ho usato una versione italiana, e una versione inglese del Libro dei Giubilei che fu tradotta in inglese da Robert Henry Charles. Il motivo per cui ho usato una versione italiana e una inglese è che la traduzione inglese e quella italiana differiscono in qualcosa. Ho usato sia il passaggio in inglese (tradotto da me in italiano) che quello italiano a seconda di quella che ho ritenuto la traduzione corretta. Però qualche passaggio che ho inserito non cambia tra le due versioni, e in questo caso ho inserito la versione italiana, dato che l’articolo è in italiano. Riguardo a Ezechiele 38:2, ho usato la traduzione inglese della Bibbia King James Version (motivo che viene spiegato in seguito), il cui verso è stato sempre tradotto da me dall’inglese. Voglio anche far notare che la versione italiana del Libro dei Giubilei differisce da quella in inglese per quanto riguarda i punti cardinali nord e sud, cioè essa inverte il nord con il sud, e forse perché nelle mappe dell’antichità i punti cardinali del nord e del sud venivano invertiti. Per questa ragione ho inserito i versi della traduzione italiana modificati da me in modo tale che corrispondano, cioè ho invertito il nord con il sud. Per quanto riguarda il libro Syriac Chronicle ho trovato solo una versione tradotta in inglese, il cui verso inserito sopra è stato tradotto da me in italiano.

Dopo il diluvio, Noè divise la terra che i suoi tre figli presero a sorte (Libro dei Giubilei 8:11), e fu divisa anche fra altri discendenti (vedi in seguito nel libro). A Sem uscì la parte centrale della terra (Libro dei Giubilei 8:12), e da quello che viene detto in seguito è chiaro che a Iafet uscì la parte settentrionale e a Cam quella meridionale. Ezechiele 5:5 dice che Gerusalemme fu posta in mezzo alle nazioni e gli altri paesi la circondavano. Ezechiele 38:12 parla del popolo d’Israele come abitante al centro della terra. Il verso 19 del capitolo 8 del Libro dei Giubilei afferma che il monte Sion (cioè Gerusalemme) è il centro dell’ombelico della terra, ovvero è il centro di Israele. Essendo l’ombelico il centro del corpo, Israele si trova quindi al centro della terra, e anche Gerusalemme si trova ovviamente al centro della terra dato che è il centro dell’ombelico della terra che è Israele. Gerusalemme viene presa come punto di riferimento per la posizione dei territori che furono divisi dopo il diluvio. Il Libro dei Giubilei 9:8 vuole dire che a Magog uscì come territorio la parte nord prendendo come punto di riferimento Gerusalemme. Questo territorio comprendeva tutte le porzioni interne settentrionali fino al mare di Mê’at. Il termine “Mê’at” in ebraico significa “piccolo”. Questo mare è chiamato “piccolo” non perché si tratta del Mar d’Azov che rispetto al Mar Nero è il “mare piccolo”, ma perché è piccolo rispetto al mar Mediterraneo che è chiamato Mar Grande (Numeri 34:6). Numeri 34:6 conferma che il mar Grande è il mar Mediterraneo perché dice che la frontiera occidentale del paese di Canaan (dove si trova Israele) è il Mar Grande.
Il mare di Mê’at è il Mar Nero più il Mar d’Azov: il Mar d’Azov in passato doveva essere per forza di cose essere un tutt’uno con il Mar Nero, nel senso che quei due mari che oggi sono distinti da due nomi diversi, in passato erano entrambi il mare di Mê’at (da ciò che ho scritto in questo articolo se ne deduce che è così).
Viene detto che a Magog uscirono tutte le porzioni interne settentrionali non nel senso di territorio il quale ha la sua costa settentrionale meno a nord rispetto alle coste dei suoi due fratelli Gomer e Madai, ma nel senso di avere i confini meridionali a nord rispetto ai suoi due fratelli Gomer e Madai. A Gomer uscì la prima parte a est (di Magog), dal lato nord (il nord non relativo al punto di riferimento che è Gerusalemme) fino al fiume Tînâ (Libro dei Giubilei 9:8), che sarebbe il fiume Kuban e che si trova più a sud della costa settentrionale del Mar d’Azov (e quindi del mare di Mê’at, che come abbiamo detto prima comprende sia il Mar d’Azov che il Mar Nero); e a Madai uscì la sorte di prendere le terre da occidente dei suoi due fratelli (Libro dei Giubilei 9:9), compresa quindi la parte a ovest del Mar Nero. Tutto ciò significa che se il confine della terra data a Magog finisce nel Mar Nero e nel Mar d’Azov, risulta che a lui capitarono tutte le porzioni interne settentrionali poiché il suo confine meridionale si trova interno rispetto ai territori dei suoi due fratelli. Si noti che i versi 35 e 36 del capitolo 10 (versione italiana) dicono che “Madai vide la terra del mare, gli piacque e la chiese a Elam, a Asor ed a Arpakshad, fratello di sua moglie ed ha soggiornato, fino ad oggi, nella terra di Medeqin, vicina a suo cognato, e la sede sua e dei suoi figli, Madaqin, la chiamò con il nome di Madai, loro padre”. Quindi Madai si prese il territorio chiamato “Media” in oriente, invece che prendersi il territorio a occidente di Magog e di Gomer.
Che il fiume Tînâ sia il fiume Kuban è chiaro dal fatto che il verso 12 del capitolo 8 dice che la porzione di Sem partiva dal centro della catena montuosa di Rafa. La catena montuosa di Rafa è la catena montuosa del Caucaso, il cui monte principale è il Monte Elbrus. In ebraico, il termine “Rafa” significa “gigante”. Questo monte è quindi il monte gigante. La sorgente del fiume Kuban (la sua bocca) si trova proprio al centro della catena montuosa del Caucaso, proprio dove si trova il monte Elbrus.
Non è possibile che il fiume Tînâ sia il fiume Don, perché il fiume Don ha la sua bocca vicino a Novomoskovsk, dove non c’è nessuna catena montuosa. Inoltre, il verso 12 continua dicendo che la parte di Sem andava verso occidente attraverso il corso del fiume Tînâ fino a raggiungere il mare di Mê’at. Questo corrisponde proprio al fiume Kuban che dal centro della catena montuosa del Caucaso va verso occidente fino a finire nel Mar d’Azov. C’è qualche altro ragionamento che si può fare che stabilisce che è insensato dire che il fiume Tînâ è il fiume Don.
Sempre il verso 12 dice che il fiume Tînâ versa le sue acque nel grande mare. In questo caso il mare di Mê’at viene chiamato “grande mare” non perché si tratta del mar Mediterraneo, ma perché è pur sempre un mare relativamente grande, nonostante sia il mare piccolo rispetto al mar Mediterraneo. Tutto ciò che è nord (del fiume Tînâ) è territorio di Iafet e tutto ciò che è a sud (del fiume Tînâ) è territorio di Sem (verso 12).

Quindi il territorio di Magog è quel territorio che dal Mar Nero e dal Mar d’Azov arriva fino a nord. Se immaginiamo una linea in longitudine che parte da Gerusalemme (luogo che viene preso come punto di riferimento) e arriva fino alla fine del territorio a nord, capiamo che il territorio dove la linea finisce, oggi è territorio russo. Ma si consideri che nel territorio che parte dal Mar Nero e dal Mar d’Azov in su è presente anche territorio di qualche altra nazione.
Il termine ebraico “gog” (גּוֹג) dovrebbe derivare dal termine ebraico “gag” (גָּג). Il termine “gag” denota quello che si trova più in alto. Per esempio, in Esodo 30:3 (La Nuova Diodati 1991), questo termine viene usato per riferirsi alla parte superiore dell’altare. Il territorio di Magog rispetto a Gerusalemme è il territorio che si trova più in alto, e quindi è la cima rispetto a Gerusalemme. Il termine “Magog” (מָגוֹג) è l’unione della tredicesima lettera dell’alfabeto ebraico chiamata “Mem” (מ) più il termine “gog” (גּוֹג). La lettera Mem in questo caso viene usata come preposizione (vedi la pagina di Wikitionary: https://en.wiktionary.org/wiki/%D7%9E), così che il termine “Magog” significhi “da gog”, cioè “dalla cima”. La lettera Mem usata come preposizione dovrebbe essere la forma abbreviata di “Min” (https://biblehub.com/hebrew/4480.htm) che nel caso di Magog è usata abbreviata perché Magog è un termine singolo. Vedi per esempio Genesi 2:6, dove l’espressione “dalla terra” (Bibbia CEI 2008) viene tradotta dall’ebraico (מִן הַ אֶרֶץ), dove il primo termine, partendo da destra a sinistra (perché l’ebraico si legge da destra a sinistra) è “Min”, cioè “da”; il secondo termine è l’articolo determinativo “la”, formando così “dalla”; e il terzo termine è “terra”. Il termine “Magog” ha il significato “dalla cima” perché la persona “Magog” ebbe come suo territorio la cima, e quindi lui era “dalla cima”. Che il termine “gog” abbia il significato di “quello che sta più in alto” lo chiarisce anche il Libro dei Giubilei 8:25 (versione inglese) e il Syriac Chronicle. Il Libro dei Giubilei 8:25 (versione inglese) parla del territorio assegnato a Iafet il quale si estendeva a nord-est fino a tutta la regione di Gog e a tutto il suo oriente. Il libro Syriac Chronicle specifica che il territorio assegnato a Iafet partiva dai confini di Gog . La regione di Gog nel libro dei Giubilei è la regione dei monti Urali, mentre i confini di Gog nel libro Syriac Chronicle sono i confini della catena montuosa del Caucaso. L’espressione “regione di Gog” ha il significato di “regione di montagna” o qualcosa del genere, e l’espressione “confini di Gog” ha il significato di “confini di montagna” o qualcosa del genere (il libro Syriac Chronicle conferma che la catena di Rafa è la catena montuosa del Caucaso e che il fiume Tînâ è il fiume Kuban che ha la sua sorgente proprio in quella catena). In un modo o nell’altro, questi passaggi usano il termine “gog” per riferirsi alla montagna, e la ragione è che la montagna è ciò che si trova più in alto, e come abbiamo detto prima il termine “gog” si riferisce a ciò che si trova più in alto.

In Ezechiele 38:2 il testo ebraico fa un doppio riferimento attraverso il termine “Gog”. Il senso è che sia la terra di Magog sia la persona Gog sono chiamati con lo stesso nome “Gog” (si noti che come implicazione, la terra di Magog è anche il territorio su cui regna Gog inteso come persona). La traduzione corretta di quel pezzo di verso è quella della King James Version 1611 che ho inserito. Infatti, questa versione del 1611, in Ezechiele 38:2, non ha la virgola dopo “terra di Magog” e prima di “il principe capo”, proprio perché così facendo, è più chiaro che “Gog” fa un doppio riferimento alla terra di Magog e alla persona Gog messi insieme. Ci sono le traduzioni che traducono “della terra di Magog”, “nella terra di Magog”, etc., così che il significato cambi. Nel testo ebraico originale non si trova nessuna preposizione o altro che faccia in modo che il significato non sia come quello della King James Version 1611 (come anche quello di qualche altra traduzione).
Nota: il termine “Gog”, nel libro dei Giubilei e nel libro Syriac Chronicle, non si riferisce al territorio Gog, ovvero Magog; e non si riferisce neanche a Gog la persona (l’anticristo). Il motivo è che i monti Urali e la catena montuosa del Caucaso si trovano nel territorio di Gomer. In questi passaggi allora il termine deve essere scritto con la lettera iniziale in minuscolo, dato che il termine non si riferisce a un nome proprio.
Detto questo, perché l’anticristo viene chiamato “Gog”? Il motivo lo spiegano i seguenti passaggi:

36 E il re farà secondo la sua volontà, e si esalterà, e si magnificherà sopra ogni dio, e pronuncerà cose sorprendenti contro il Dio degli dèi, e prospererà finché l’indignazione sia completata: poiché quello che è determinato, sarà fatto. 37 Né egli considererà il dio dei suoi padri, né il desiderio delle donne, né considererà alcun dio: poiché si magnificherà sopra tutto. (Daniele 11:36-37 – Versi tradotti in italiano da me dalla traduzione inglese della King James Version 1611).

3 Non lasciate che nessun uomo vi inganni in alcun modo, poiché quel giorno non verrà, eccetto che venga un’apostasia prima, e quell’uomo del peccato sia rivelato, il figlio della perdizione, 4 Che si oppone e si esalta sopra tutto quello che è chiamato Dio, o che è adorato: così che egli come Dio, sieda nel Tempio di Dio, mostrando sé stesso che lui è Dio. (2 Tessalonicesi 2:3-4 – Passaggio in italiano tradotto da me dalla traduzione inglese della King James Version 1611).

Dai passaggi di cui sopra è chiaro che l’anticristo viene chiamato “Gog” perché innalzandosi in quel modo risulterà quello che sta più in alto, e quindi la cima. Anche in questo caso ho usato i passaggi della King James Version tradotti da me in italiano perché questa traduzione (come anche quella di qualche altra traduzione in inglese che ho visionato) è corretta nella traduzione di quei versi nella loro totalità.
Nota: il fatto che Ezechiele 38:15 ed Ezechiele 39:2 dicano che Gog verrà (quando verrà per attaccare Israele) dall’estremità del settentrione (La Nuova Riveduta 1994) non implica che il punto più a nord della linea immaginaria in senso longitudinale che parte da Gerusalemme è territorio di Magog. Quello che voglio dire è che il punto più a nord della linea immaginaria in senso longitudinale che parte da Gerusalemme è certamente territorio di Magog, ma non sono Ezechiele 38:15 ed Ezechiele 39:2 che lo confermano, perché in Ezechiele 38:6 la stessa frase Ebraica tradotta in “estremità del settentrione” dalla Nuova Riveduta 1994 si riferisce al territorio di Togarmah, come dice il verso stesso.

Nel Libro dei Giubilei il termine “lingua” viene usato sia per riferirsi alla lingua di terra (Libro dei Giubilei 8:13 – verso inserito sopra) che alla lingua di mare (Libro dei Giubilei 9:4 – verso inserito sopra). Il Libro dei Giubilei 9:11 inserito sopra parla della porzione di Lud. Lud era un figlio di Sem (Genesi 10:22), il suo popolo erano i Lidi (Ezechiele 27:10 – La Nuova Riveduta 1994) e la porzione di Lud era quella che veniva chiamata “Lidia” (Ezechiele 30:5 – La Nuova Riveduta 1994). La Lidia si trovava nell’odierna Turchia non europea. La prima lingua è quella lingua di terra della Turchia europea dove si trova la parte europea di Istanbul. Dato che il verso parla della lingua che si avvicina ai paraggi della porzione di Lud, ho fatto il ragionamento secondo il quale la lingua che è più vicina alla porzione di Lud è quella dove si trova la parte europea di Istanbul, dandomi il suggerimento che è questa la prima lingua di cui parla il verso.
La seconda lingua è la lingua formata dal Mare Adriatico. La terza è tutta quella lingua di terra del territorio italiano. Quindi è coerente affermare che il territorio di Tubal si trovava fra quella lingua della Turchia europea e i confini orientali della lingua di mare formata dal Mare Adriatico, e comprendeva anche quella regione al di là di questa seconda lingua: al di là di questa seconda lingua c’è tutta quella lingua di terra del territorio italiano. Il verso, dicendo “nella regione al di là della seconda lingua, nella terza” vuole dire in altre parole “nella regione al di là della seconda lingua, cioè nella terza”. Da quello che dice il verso è chiaro che la seconda lingua viene saltata, ovvero non presa in considerazione come parte di Tubal, poichè è un pezzo di mare e non di terra. Tutto questo conferma che le lingue devono essere per forza di cose quelle che ho detto.

A Mesec uscì tutta la regione al di là della terza lingua, fin presso l’oriente di Gadir. Gadir è la città di Cadiz (Cadice in Italiano) in Spagna. Il termine “Gadir” denota la fortezza o qualcosa del genere (https://www.treccani.it/enciclopedia/cadice_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/). Questo torna con il fatto che nella città di Cadiz c’è un pezzo di mare quasi tutto circondato dalla terra. Questo coincide con una fortezza come lo era per esempio la Gerusalemme dell’antichità (2 Samuele 5:6-7), la quale era circondata dalle mura formando così una fortezza. Se il Libro dei Giubilei 9:12 dice “fin presso l’oriente di Gadir”, significa che il territorio scende fino al punto più a sud della Spagna. Anche se specificamente il punto più a sud della Spagna si trova a sud-est di Gadir, è corretto dire anche che si trova a oriente di Gadir. Il verso 26 del capitolo 8 dice che il territorio di Iafet arrivava a oriente di Gadir, fin verso il braccio dell’acqua del lago. La versione italiana traduce “lago”, ma si intende il mare (ho inserito la versione italiana perché quella inglese non parla di braccio dell’acqua di lago (cioè mare) e dunque mi è sembrata, in ultima analisi, migliore la versione italiana). Il braccio dell’acqua del mare è per forza di cose lo stretto di Gibilterra. Quindi questo combacia con il fatto che quel territorio di Iafet, che fu dato a suo figlio Mesec, arrivava fino al punto più a sud della Spagna.
 
Alcune traduzioni della Bibbia, in Ezechiele 38:2, traducono il termine “capo” (che in ebraico è “rosh”) come un sostantivo. Traducendolo come sostantivo, lo indicano come un territorio. Premettendo che “rosh” ha lo stesso significato di “gog”, uno potrebbe pensare che il termine “rosh” debba essere tradotto come sostantivo per riferirsi a Magog stesso e non un territorio a parte rispetto a esso. In questo caso la traduzione di Ezechiele sarebbe: “Figlio d’uomo, volgi la tua faccia contro Gog la terra di Magog, il principe di Magog, Mesec e Tubal, e profetizza contro di lui,”.
Uno potrebbe anche pensare che il termine “rosh” debba essere tradotto come sostantivo per indicare un territorio a parte rispetto a Magog, e così tornerebbero i conti con quello che afferma Daniele capitolo 7, dove si dice che tre delle dieci corna “furono divelte” (Daniele 7:8 – Bibbia CEI 2008); dove si dice del “corno che era spuntato e davanti al quale erano cadute tre corna” (Daniele 7:20 – Bibbia CEI 2008) e dove si dice che l’anticristo “abbatterà tre re” (Daniele 7:24 – Bibbia CEI 2008). Secondo me la traduzione corretta è quella di non tradurre il termine “rosh” come sostantivo per indicare un territorio a parte rispetto a Magog, perché succederà che alla fine ci rimarranno solo sette corna alleate con Gog (nota che le corna rappresentano re (Daniele 7:24; Daniele 8:20; Apocalisse 17:12)). Non so precisamente cosa accadrà, ma la descrizione delle tre corna che vengono divelte (Daniele 7:8), considerando che “divellere” significa “sradicare”, dà l’idea che quei tre re, in qualche modo, non saranno più con l’anticristo. Quelle tre corna vengono quindi sradicate. Per questo in Ezechiele capitolo 38 (La Nuova Diodati 1991) ci sono sette nomi di nazioni sui quali regnano sette re, oltre a Magog sul quale regna solo l’anticristo. Queste sette nazioni sono Mesec, Tubal, Persia, Etiopia, Put (che è la Libia), Gomer e Togarmah. Oltre a regnare su Magog, Gog regna su Mesec e su Tubal, e Mesec e Tubal hanno ognuno il proprio re. Mesec e Tubal sono rappresentati dalla seconda bestia che sale dalla terra e che ha due corna (Apocalisse 13:11). Le due corna sono il re di Mesec e il re di Tubal. La seconda bestia viene chiamata “falso profeta” (Apocalisse 16:13; Apocalisse 19:20; Apocalisse 20:10) e il fatto che venga chiamata “falso profeta” mi ha fatto pensare che uno dei due re (il re di Mesec o il re di Tubal) è tra i due il re principale, e ovviamente entrambi subordinati alla prima bestia. Infatti, in Apocalisse 13:12-15, questa seconda bestia viene descritta come subordinata alla prima bestia.
Arrivati a questo punto, secondo me il termine “rosh” non deve essere tradotto come sostantivo neanche per indicare Magog stesso, perché mi suona meglio il fatto che Ezechiele 38:2 specifica esplicitamente che Gog è il principe capo, il principe sovrano, denotando che Mesec ha il suo re e Tubal il suo, entrambi subordinati a Gog, il quale è sovrano rispetto a loro due. Implicitamente il verso afferma anche che Gog è il re di Magog. Quindi anche in questo caso, la traduzione della King James Version (come anche quella di diverse altre traduzioni) è quella corretta.
C’è anche da far notare che se si parte dal presupposto che su Magog regna solo Gog, Magog non può essere uno dei tre territori sui quali regnano quelle tre corna che vengono divelte, se si fa il ragionamento sbagliato che quei tre re sono il re di Mesec, il re di Tubal e il re di Magog. Quando Gog “sradicherà” quelle tre corna, lui stesso sarà un re (il “corno più piccolo” (Daniele 7:8 – Bibbia CEI 2008)) che dovrà per forza di cose regnare su qualche territorio; e se su Magog regna solo Gog, lui non potrebbe “sradicare” nessun re su Magog, dato che è lui l’unico re che regna su Magog.

Un verso che non mi faceva tornare i conti era Apocalisse 17:16, perché in Ezechiele capitolo 38 si parla di sette corna (sette re) e non di dieci come in Apocalisse 17:16. Quello che ho pensato all’inizio era che questo verso è l’evento dell’attacco a Israele descritto in Ezechiele capitoli 38 e 39, ma in realtà non lo è. Di seguito viene spiegato il perché non lo è.

E le dieci corna che hai visto sulla bestia odieranno la meretrice, la renderanno desolata e la lasceranno nuda, mangeranno le sue carni e la bruceranno col fuoco. (Apocalisse 17:16 – La Nuova Diodati 1991).

Forze da lui mandate si leveranno per profanare il santuario-fortezza, sopprimeranno il sacrificio continuo e vi collocheranno l’abominazione che causa la desolazione. (Daniele 11:31 – La Nuova Diodati 1991).

Confrontando Daniele 11:31 con Apocalisse 17:16 possiamo notare una coerenza. Apocalisse 17:16 non dice che le dieci corna faranno quello che il verso dice che faranno insieme alla bestia, e questo perché saranno mandate da lui (cioè dalla bestia); a differenza di Ezechiele 38-39 dove si dice che la bestia verrà contro Israele e non con dieci re. Questo conferma che l’evento dell’attacco a Israele descritto in Ezechiele capitoli 38 e 39 non è lo stesso evento di Apocalisse 17:16 e quindi neanche di Daniele 11:31.
Dopo molti giorni tu sarai punito. Negli ultimi anni verrai contro il paese sottratto alla spada, i cui abitanti sono stati raccolti da molti popoli, sui monti d’Israele, che sono stati per tanto tempo una desolazione; ora essi, fatti uscire di fra i popoli, abiteranno tutti al sicuro. (Ezechiele 38:8 – La Nuova Diodati 1991).

Ezechiele 38:8 dice che il luogo d’Israele rimarrà desolato a causa della deportazione dei suoi abitanti e che dopo verrà ripopolato. Dopo che verrà ripopolato sarà attaccato da Gog e da altre corna, ma non dieci (Ezechiele 38-39). Il luogo d’Israele rimarrà desolato per via delle dieci corna che verranno contro di esso (Apocalisse 17:16), e dopo succederà che gli verranno nuovamente eserciti contro (Ezechiele 38-39). Questo dà così un’altra conferma che l’evento dell’attacco a Israele descritto in Ezechiele capitoli 38 e 39 non è l’evento di Apocalisse 17:16.

L’evento di Apocalisse 17:16 riguarda l’abominazione che causa la desolazione (Daniele 11:31; Daniele 12:11; Matteo 24:15). La meretrice, in Apocalisse 17:16, la grande città, Babilonia la grande (Apocalisse 16:19), è Gerusalemme, dove il nostro Signore è stato crocifisso (Apocalisse 11:8 – La Nuova Diodati 1991). In Apocalisse 17:16 si parla di eserciti che causeranno la desolazione di Gerusalemme (Luca 21:20 – La Nuova Diodati 1991). Si noti il termine “desolata”, il quale combacia con l’evento dell’abominazione che causa la desolazione. In Apocalisse 17:16, la desolazione e la nudità di Gerusalemme verranno causate dalla deportazione del popolo, e quindi prima dell’attacco degli eserciti a Israele di cui parla Ezechiele 38-39, dato che Ezechiele 38:8 parla di tale attacco dopo la desolazione di Gerusalemme causata dall’evento di Apocalisse 17:16, confermando ancora che l’evento dell’attacco a Israele descritto in Ezechiele capitoli 38 e 39 non è l’evento di Apocalisse 17:16. Infatti l’abominazione che causa la desolazione sarà posta dagli eserciti venuti contro Israele (Daniele 11:31) nel mezzo della settimana (Daniele 9:27 – La Nuova Diodati 1991), cioè nella metà di quei sette anni, e dunque un tempo passato relativamente lungo (confronta anche Daniele 12:11) rispetto a quando avverrà la venuta finale degli eserciti contro Israele in Ezechiele 38-39, cioè il tempo della fine in cui quegli eserciti saranno distrutti con la seconda venuta di Cristo (Apocalisse 19:11-20).

Concludo chiarendo due punti. Il primo punto da chiarire è che se Apocalisse 20:8 si riferisce alle nazioni, cioè agli ingiusti che risusciteranno, con i nomi “Gog” e “Magog”, allora uno potrebbe pensare che Gog è un territorio a parte rispetto a Magog. La spiegazione è che gli ingiusti che risusciteranno in Apocalisse 20:8 sono semplicemente chiamati con questo titolo, e non perché Gog è un territorio a parte rispetto a Magog.
Il secondo punto da chiarire è che se Ezechiele 39 parla come se dopo la punizione di quelli venuti contro Israele non ci sarà ancora la fine del mondo dove esiste il peccato, allora non è subito dopo quell’evento che avrà luogo la seconda venuta di Cristo (Matteo 24:29-30; 1 Tessalonicesi 4:16), etc.. Per esempio, Ezechiele 39:9 (La Nuova Diodati 1991) dice che dopo la distruzione di quelli venuti contro Israele “Gli abitanti delle città d’Israele usciranno e faranno dei fuochi, bruciando armi, scudi grandi e piccoli, archi, frecce, picche e lance; e ne faranno del fuoco per sette anni”. La spiegazione che do io è che quei passaggi devono essere presi nel modo in cui devono essere presi. Apocalisse 19:11-16 descrive la seconda venuta di Cristo e Apocalisse 19:19-20 descrive eserciti che vengono distrutti quando Cristo è già venuto. Gli eventi dell’attacco a Israele e la punizione di quelli che l’hanno attaccato descritti in Ezechiele 38-39 non possono essere altro che quelli descritti in Apocalisse 19:19-21. Nel giorno della seconda venuta di Cristo “i cieli passeranno stridendo, gli elementi si dissolveranno consumati dal calore e la terra e le opere che sono in essa saranno arse.” (2 Pietro 3:10 – La Nuova Diodati 1991). Tutti quelli che sulla terra non saranno rapiti saranno distrutti e la terra e le opere che sono in essa saranno arse. Dopo la seconda venuta di Cristo non ci sarà più il mondo dove esiste il peccato.

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