Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa. (Colossesi 1:24 – La Nuova Riveduta 1994).

Paolo era lieto di soffrire per la chiesa, che è il corpo di Cristo, come dice questo verso stesso.
Quando Cristo era sulla terra, ebbe afflizioni. Dopo quelle afflizioni, non ci fu niente che mancava a quelle afflizioni. Oramai, il debito che Cristo doveva pagare, fu pagato quando era sulla terra, quando divenne maledizione per noi (Galati 3:13). La sua sofferenza avvenne una volta per sempre quando si trovava sulla terra nel suo corpo mortale (Ebrei 9:26), e ovviamente non continua più dopo la sua risurrezione. Non poteva esserci quindi nessun tipo di afflizione mancante nei confronti di Cristo. Se è così, il verso non sta parlando di mancanza di afflizioni nei confronti di Cristo mediante la chiesa che è il suo corpo. Il verso sta parlando di afflizioni che mancano alla chiesa (escludendo Cristo), ma non vuole dire che allo stesso tempo le riceve anche Cristo come conseguenza che la chiesa è il suo corpo e così se soffre la chiesa che è il suo corpo soffre anche lui.

Sono chiamate “afflizioni di Cristo” perché Cristo ebbe afflizioni e quelle della chiesa sono le afflizioni che ebbe Cristo sulla terra nel suo corpo mortale e a cui la chiesa partecipa (2 Corinti 1:5; Filippesi 3:10; 1 Pietro 4:13). In altre parole la chiesa soffre come anche Cristo soffrì.
Per entrare nel regno di Dio, le persone che fanno parte della chiesa, devono avere afflizioni (Romani 8:17; 2 Tessalonicesi 1:4-5).
Siccome Paolo era un membro della chiesa e individualmente siamo membra l’uno dell’altro (Romani 12:5), quando soffriva lui, si aggiungeva la sua sofferenza alla chiesa nella sua totalità, e quindi la sua sofferenza era a favore della chiesa; lui soffriva per gli altri, come dice il verso stesso.
Il termine “carne” ha diversi significati nella Bibbia. In questo caso il termine “carne” si riferisce al corpo mortale (Romani 6:12 – La Nuova Riveduta 1994), chiamato “carne mortale” (2 Corinti 4:11 – La Nuova Riveduta 1994). 1 Corinti 15:50 (La Nuova Riveduta 1994) dice che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, volendo dire in altre parole che i corpi mortali non possono ereditare il regno di Dio.
Le persone ricevono afflizioni quando vivono nel corpo mortale, come nel caso di Paolo, che completava nel suo corpo mortale (soffriva nel suo corpo mortale) quel che mancava alle afflizioni della chiesa.

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