Se uno non provvede ai suoi, e in primo luogo a quelli di casa sua, ha rinnegato la fede, ed è peggiore di un incredulo. (1 Timoteo 5:8 – La Nuova Riveduta 1994).

Sebbene 1 Timoteo 5:8 si trova nel contesto in cui si parla delle vedove che sono nel bisogno, delle quali devono prendersene cura i figli e i nipoti rendendo così il contraccambio, il verso ha un senso più generale esteso ai parenti, perché “i suoi” qui sono i parenti. Quindi 1 Timoteo 5:8 dice che uno deve prendersi cura dei suoi parenti che hanno bisogno, che possono essere figli, fratelli, genitori, mariti, mogli, etc. Il verso vuole dire anche che in primo luogo deve prendersi cura di quelli di casa sua, cioè quelli che vivono sotto lo stesso tetto. Se uno non fa questo dovere, nonostante possa continuare a credere, la fede l’ha praticamente rinnegata negando questo dovere (Tito 1:16), dimostrando di avere una fede morta senza opere (Giacomo 2:17; Giacomo 2:26) che non opera per mezzo dell’amore (Galati 5:6). Ed è peggio di uno che non crede perché avendo rinnegato la fede, ha commesso il peccato che conduce a morte (Ebrei 6:4-6; 1 Giovanni 5:16-17), quindi si è sviato dalla fede, rendendo la sua condizione peggiore di uno che non crede; e se si era ravveduto, la sua condizione è peggiore della condizione prima del ravvedimento (2 Pietro 2:20-22). Il tutto è collegato con la conoscenza che uno ha. Uno che ha ricevuto più conoscenza (il credente che rinnega la fede) è più colpevole di quello che ha ricevuto meno conoscenza (il non credente) (Luca 12:4-47; 2 Pietro 2:20-22).

Translate »

Pin It on Pinterest

Share This