35 Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? E con quale corpo ritornano?» 36 Insensato, quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore; 37 e quanto a ciò che tu semini, non semini il corpo che deve nascere, ma un granello nudo, di frumento per esempio, o di qualche altro seme; 38 e Dio gli dà un corpo come lo ha stabilito; a ogni seme, il proprio corpo. (1 Corinti 15:35-38 – La Nuova Riveduta 1994).

Nella chiesa di Corinto c’erano alcuni che stavano dicendo che non c’era risurrezione dei morti (1 Corinti 15:12). 1 Corinti 15:35-38 è contro il pensiero che non c’è risurrezione dei morti. Nel verso 35 le domande “Come risuscitano i morti?” e “E con quale corpo ritornano?” sono domande retoriche di colui che avendo una concezione sbagliata, nega la possibilità che i morti risuscitino, pensando che solo perché il corpo mortale è decomposto allora uno non risusciterà. Infatti poi Paolo spiega la risurrezione usando la metafora del seme che muore e da quel seme nasce la pianta. Quello che viene seminato non è vivificato (non nasce una pianta) se prima non muore. Così anche il corpo mortale deve prima morire, e poi risuscita il corpo immortale. E quanto a ciò che viene seminato, non viene seminato il corpo che deve nascere, cioè il corpo immortale che deve risuscitare alla risurrezione dei morti; ma viene seminato il seme, cioè il corpo mortale. Come il seme deve morire per poi nascere la pianta, così anche il corpo mortale deve morire per poi esserci il corpo immortale alla risurrezione dei morti. Dio dà a ogni seme (a ogni corpo mortale) il proprio corpo immortale.

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