Esaù era il primo dei due gemelli nati da Isacco e Rebecca (Genesi 25:21; Genesi 25:24-25); il secondo era Giacobbe (Genesi 25:26). I bambini si urtavano nel grembo di Rebecca e Dio disse a Rebecca che due nazioni erano nel suo grembo e due popoli separati sarebbero usciti dal suo seno. Uno dei due popoli sarebbe stato più forte dell’altro, e il maggiore avrebbe servito il minore. (Genesi 25:22-23).

Il nome “Esaù” significa “peloso”, che è descritto in questo modo alla nascita (Genesi 25:25).
Il gemello di Esaù nacque tenendo il calcagno di Esaù e si chiamava Giacobbe, che significa “soppiantatore”. La storia della nascita dei gemelli è servita come profezia sul loro futuro.

Esaù divenne un esperto cacciatore (Genesi 25:27). Isacco amava Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto. Rebecca invece amava Giacobbe (Genesi 25:28).
Or mentre Giacobbe faceva cuocere una minestra, Esaù venne dai campi, tutto stanco e disse a Giacobbe di dargli da mangiare un po’ di quella minestra rossa. Giacobbe gli rispose di vendergli prima di tutto la sua primogenitura. Esaù gli vendette la sua primogenitura. Allora Giacobbe diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie. Egli mangiò e bevve; poi si alzò e se ne andò. Fu in questo modo che Esaù disprezzò la primogenitura (Genesi 25:29-34). Per via della minestra rossa, Esaù fu chiamato “Edom”, che significa “rosso” (Genesi 25:30).

Quando Isacco era invecchiato e i suoi occhi non ci vedevano più (Genesi 27:1), disse ad Esaù di andare a prendere della selvaggina e preparargli una pietanza saporita; dopodiché voleva benedirlo (Genesi 27:3-4). Rebecca ascoltò quello che disse Isacco a Esaù (Genesi 27:5-7) e disse a Giacobbe di andare a prendere due capretti dal gregge per fare una pietanza da portare a Isacco e ottenere la benedizione di Isacco (Genesi 27:8-10). Allora Rebecca preparò la pietanza di Isacco, fece indossare a Giacobbe i vestiti di Esaù e gli fece mettere dei peli di capretto sulle mani e sul collo in modo che fosse peloso come Esaù (Genesi 27:14-16). Giacobbe portò il pasto a Isacco e finse di essere Esaù. Isacco gli credette e diede a Giacobbe la benedizione (Genesi 27:18-29).

La benedizione pronunciata da Isacco fu la seguente: “28 Dio ti conceda la rugiada del cielo, la fertilità della terra e abbondanza di frumento e di vino. 29 Ti servano i popoli e le nazioni s’inchinino davanti a te. Sii padrone dei tuoi fratelli e i figli di tua madre s’inchinino davanti a te. Maledetto sia chiunque ti maledice, benedetto sia chiunque ti benedice!» 30 Appena Isacco ebbe finito di benedire Giacobbe e Giacobbe se ne fu andato dalla presenza di suo padre Isacco, Esaù suo fratello giunse dalla caccia.” (Genesi 27:28-30 – La Nuova Riveduta 1994)

Più tardi, quando Esaù portò il suo pasto e Isacco si rese conto che Giacobbe lo aveva ingannato, Isacco fu preso da un tremito fortissimo (Genesi 27:33). Allora Esaù volle anche lui essere benedetto (Genesi 27:34; Genesi 27:36; Genesi 27:38). Suo padre Isacco rispose e gli disse: “Ecco, la tua dimora sarà priva della fertilità della terra e della rugiada che scende dal cielo. Tu vivrai della tua spada, e sarai servo di tuo fratello; ma avverrà che, conducendo una vita errante, tu spezzerai il suo giogo dal tuo collo.” (Genesi 27:39-40 – La Nuova Riveduta 1994). Questa profezia si adempì quando i discendenti di Esaù si ribellarono contro i discendenti di Giacobbe, dai quali avevano un giogo (2 Re 8:20). Esaù disse in cuor suo di uccidere Giacobbe dopo la morte di suo padre (Genesi 27:41). Rebecca venne a conoscenza delle parole di Esaù e disse a Giacobbe di fuggire a Caran da suo fratello Labano (Genesi 27:42-43).

Anni dopo, quando Giacobbe stava per incontrare Esaù, temeva che Esaù potesse assalirlo, non risparmiando né madre né figli. Così inviò di ciò che possedeva come dono a Esaù e chiese a Dio di salvarlo (Genesi 32:9-15). Ma si sbagliava su Esaù: “Esaù gli corse incontro, l’abbracciò, gli si gettò al collo, lo baciò e piansero.” (Genesi 33:4 – La Nuova Riveduta 1994).
Esaù se ne andò in un altro paese, lontano da Giacobbe, poiché i loro possedimenti erano troppi perché essi potessero abitare insieme; così Esaù abitò nella montagna di Seir (Genesi 36:7-8).

Nonostante il fatto che i fratelli fecero pace, i discendenti di Esaù, gli Edomiti (chiamati anche Idumei), combatterono regolarmente contro i discendenti di Giacobbe. Abdia 1:18 profetizza la completa distruzione degli Edomiti.

Ebrei 12:16-17 usa Esaù come esempio negativo: “16 Che nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura. 17 Infatti sapete che anche più tardi, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, sebbene la richiedesse con lacrime, perché non ci fu ravvedimento. (Ebrei 12:16-17 – La Nuova Riveduta 1994).

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