20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti. 21 Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. 22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; 23 ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; 24 poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. 25 Poiché bisogna ch’egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. 26 L’ultimo nemico che sarà distrutto, sarà la morte. 27 Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato. 28 Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti. (1 Corinti 15:20-28 – La Nuova Riveduta 1994).

Verso 20: che Cristo è la primizia di quelli che sono morti significa che lui è il primo uomo risuscitato dai morti rispetto ai morti che erediteranno la vita eterna e che risusciteranno alla sua seconda venuta (1 Corinti 15:23; 1 Corinti 15:52; 1 Tessalonicesi 4:16).

Verso 21: l’uomo per mezzo del quale è venuta la morte è Adamo, perché è per mezzo del peccato di Adamo che è entrata la morte nel mondo, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato (Romani 5:12 – La Nuova Riveduta 1994).

Verso 22: tutti gli uomini muoiono in Adamo, ma quelli che saranno in vita alla seconda venuta di Cristo e che erediteranno la vita eterna, ne sono eccettuati (1 Corinti 15:51-52; 1 Tessalonicesi 4:17). Sono chiamati “in Adamo” perché sono i discendenti naturali di Adamo.
In Cristo saranno vivificati i morti, ovvero quelli che erediteranno la vita eterna (1 Corinti 15:35-36). Sono chiamati “in Cristo” perché sono i discendenti spirituali di Cristo.

Verso 23: come è stato detto in precedenza riguardo al verso 20.

Verso 24: la “fine” non si riferisce alla seconda venuta di Cristo, e una deduzione è che la distruzione della morte di cui parla il verso 26, avverrà 1000 anni dopo la sua seconda venuta (Apocalisse 20:14), dopo che risusciteranno gli ingiusti; e questi risusciteranno appunto 1000 anni dopo (Apocalisse 20:5; Apocalisse 20:7-8) la risurrezione dei giusti che avverrà alla seconda venuta di Cristo (1 Tessalonicesi 4:16; Apocalisse 20:4-6).
“Ogni principato, ogni potestà e ogni potenza” si riferisce agli spiriti malvagi che si trovano in cielo che dominano questo mondo (Efesini 6:12). Infatti tutti gli angeli caduti, incluso Satana, saranno ridotti al nulla, cioè distrutti, dopo i mille anni dalla risurrezione dei giusti (Apocalisse 20:10). Da notare che in Apocalisse 20:10 si dice che il diavolo sarà gettato nello stagno di fuoco, ma è implicito che saranno gettati nello stagno di fuoco anche tutti gli altri angeli caduti come lui (Matteo 25:41). Isaia 24:21-22 (La Nuova Riveduta 1994) dice che nel giorno della seconda venuta di Cristo saranno puniti nei luoghi eccelsi l’esercito di lassù (indicando gli angeli caduti in cielo) e giù sulla terra i re della terra (indicando le persone ingiuste trovate in vita alla seconda venuta di Cristo); saranno riuniti assieme, come si fa dei prigionieri nel carcere sotterraneo; saranno rinchiusi nella prigione e dopo molti giorni saranno puniti. Il significato è simbolico, perché denota il fatto che in quel giorno essi moriranno e i “molti giorni” qui indicano i 1000 anni di cui parla Apocalisse 20:3. Le persone ingiuste che non erediteranno la vita eterna, trovate in vita alla seconda venuta di Cristo, saranno unite a tutte quelle già morte che non erediteranno la vita eterna. Tutte insieme risusciteranno dopo 1000 anni, e sono le nazioni Gog e Magog di cui parla Apocalisse 20:8. Se il diavolo e i suoi angeli saranno gettati nello stagno di fuoco (Apocalisse 20:10), e lo stagno di fuoco simboleggia la seconda morte (Apocalisse 20:14), significa che anche il diavolo e i suoi angeli risusciteranno dopo quei mille anni (Apocalisse 20:7) insieme a tutti gli ingiusti che non erediteranno la vita eterna (le nazioni Gog e Magog) (Apocalisse 20:8), che assedieranno il campo dei santi e la città diletta (Apocalisse 20:9), che è la nuova Gerusalemme.
Quindi è chiaro che ogni principato, ogni potestà e ogni potenza, che sono gli angeli caduti, saranno distrutti definitivamente dopo i mille anni dall’inizio del regno di Dio sulla nuova terra, che inizierà subito dopo la seconda venuta di Cristo (2 Pietro 3:10-13).

Verso 25: Cristo sta regnando da quando è asceso al cielo e si è seduto alla destra di Dio Ebrei 10:12-13). Il verso dice che Cristo bisogna che regni… perché è un decreto inalterabile di Dio. I nemici di Cristo, angeli caduti, gli uomini che non erediteranno la vita eterna, la morte e anche l’Ades (Apocalisse 20:14), saranno tutti messi sotto i suoi piedi dopo quei 1000 anni (Apocalisse 20:9-15). Finché questo non accadrà, Cristo dovrà regnare; non che in seguito cesserà di regnare, perchè egli regnerà in eterno (Luca 1:33), ma che deve regnare in modo da mettere tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi.

Verso 26: l’ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte, che come l’Ades, è descritta come un essere vivente che sarà gettata nello stagno di fuoco (Apocalisse 20:14) come gli angeli caduti e gli uomini che non erediteranno la vita eterna (Apocalisse 20:10; Apocalisse 20:14).

Verso 27: Dio ha posto ogni cosa sotto i piedi di Cristo, implicando che tutte le cose non sono attualmente e in tutta la loro estensione sottoposte a lui (Ebrei 2:8); infatti quest’affermazione elaborata usando il tempo presente ha come riferimento anche il futuro. Colui che ha sottoposto ogni cosa a Cristo è Dio Padre, il quale è eccettuato da “ogni cosa”, dato che il Padre non è sottoposto al Figlio.

Verso 28: qui abbiamo la conferma di quanto detto nel verso precedente, ovvero che tutte le cose non sono attualmente e in tutta la loro estensione sottoposte al Figlio. Il Figlio è sempre stato sottoposto al Padre, ma sotto l’aspetto del dominio su tutte le cose che Cristo avrà fino a quando non gli saranno tutte sottoposte, Cristo è esente dal Padre, nonostante il Figlio sia sempre sotto la direzione del Padre. Quando ogni cosa sarà sottoposta al Figlio, il Figlio avrà terminato questo suo incarico e così sarà lui stesso sottoposto al Padre in questo senso.
Finché il Figlio detiene questo incarico, il Padre non può essere tutto in tutti, e questo perché finché c’è il Figlio con questo ruolo di mediazione, non c’è la pienezza del Padre in tutti, ed è il Figlio che è tutto in tutti (Colossesi 3:11); ma quando anche il Figlio stesso sarà sottoposto al Padre, allora sarà il Padre che sarà tutto in tutti.

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