La Chiesa cattolica romana insegna i concetti dei peccati mortali e veniali. In questa tradizione, i peccati mortali sono peccati gravi al punto che separano una persona da Dio. Questi sono generalmente definiti come peccati intenzionali e gravi, e sono azioni come omicidio, stupro, adulterio, furto etc. I peccati veniali sono solitamente descritti come peccati più piccoli in cui la persona non era pienamente consapevole dell’azione o non aveva dato il suo pieno consenso all’azione.

La tradizione cattolica romana giustamente insegna che Dio può perdonare tutti i peccati. Tuttavia, questa distinzione tra peccati mortali e veniali è una tradizione che non si trova nella Bibbia. Sebbene le conseguenze del peccato possano variare, tutti i peccati separano una persona da Dio, a meno che una persona non abbia ricevuto il perdono per mezzo della fede in Gesù Cristo (Galati 2:16).

La Scrittura insegna che tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Romani 3:23).

Inoltre, tutti i peccati portano alla morte. Romani 6:23 dice: “Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.”

Come sottolinea questo verso, il peccato porta alla morte, ma Dio ha voluto fare un dono all’umanità. Questo dono è la vita eterna mediante la fede (Efesini 2:8).

È certamente vero che per Dio alcuni peccati sono più gravi di altri. Fondamentalmente Dio è come noi esseri umani, che vediamo alcune cose più gravi di altre. La gravità del peccato dipende da come reagisce Dio in base a delle determinate circostanze. Dipende per quale ragione è stato commesso un determinato peccato, che tipi di conseguenze ha portato etc. Perciò ci sono anche le aggravanti e le attenuanti da mettere in conto. In definitiva, dipende da come la prende Dio in base a varie cose.
Per esempio, da un punto di vista umano, l’omicidio, almeno a livello generale, sembra essere un peccato più grande di una bugia considerata piccola da noi, e questo potrebbe valere anche dal punto di vista di Dio. Tuttavia, tutti i tipi di peccati ci avrebbero impedito di ereditare la vita eterna se Gesù non fosse morto per noi (Ebrei 10:1-18). Come insegna Giacomo 2:10: “Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti.”
Nella tradizione cattolica, i peccati mortali separano una persona da Dio, e ciò significa che, a meno che non avvenga il pentimento, la persona ha perso la sua salvezza e non erediterà la vita eterna. Questo può capitare, ma non è detto che capiti sempre e comunque e non è detto che valga solo per quei tipi di peccati che la Chiesa cattolica considera più gravi. Una persona che non si è pentita di qualche peccato e muore senza essersi pentita, rischia di non ereditare la vita eterna perché la mancanza di pentimento per qualsiasi tipo di peccato abbia commesso, l’ha allontanata da Dio, ponendola nella via della perdizione.
Chiaramente, i concetti di peccato mortale e di peccato veniale non sono biblici.

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