ma vedo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. (Romani 7:23 – La Nuova Riveduta 1994).

Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato. (Romani 7:25 – La Nuova Riveduta 1994).

perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. (Romani 8:2 – La Nuova Riveduta 1994).

Ora il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge; (1 Corinti 15:56 – La Nuova Riveduta 1994).

Nota che in questi versi Paolo parla in prima persona, ma queste cose che lui descrive in prima persona non valgono solo per lui.
Come dice 1 Corinti 15:56, la forza del peccato è la legge. Il peccato si serve della legge per spingere a commettere peccato, perché il peccato è la violazione della legge (1 Giovanni 3:4).

Romani 7:23 fa una contrapposizione tra la legge della mente e la legge del peccato nelle membra. La legge della mente, che è legge di Dio (Romani 7:25), è chiamata in questo modo perché la mente riguarda l’immateriale, cioè lo spirituale (Romani 7:14) e quindi ciò che è buono; a differenza delle membra che riguardano la carne, cioè il carnale, e quindi ciò che non è buono. Infatti, Romani 7:25 dice “con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato”, facendo una contrapposizione tra ciò che è buono (la legge di Dio servita con la mente) e ciò che non è buono (la legge del peccato servita dalla carne).

La legge è santa (Romani 7:12), ma come detto prima, il peccato si serve della legge in modo che essa venga trasgredita. Se la legge dice: “Fai questo”, il peccato si contrappone dicendo “Non fare questo”; o ugualmente se la legge dice: “Non fare questo”, il peccato si contrappone dicendo: “Fai questo”. Se la legge dice: “Fai questo” oppure: “Non fare questo”, e uno obbedisce, allora ha seguito la legge di Dio. Ma se non obbedisce, ha seguito la legge del peccato. Per fare qualche esempio, la legge di Dio dice: “Non commettere adulterio”, ma la legge del peccato dice: “Commetti adulterio”; oppure la legge di Dio dice: “Ama il tuo prossimo come te stesso”, ma la legge del peccato dice: “Non amare il tuo prossimo come te stesso”. Queste leggi elencate sono delle leggi specifiche che fanno parte della legge nel suo insieme.

In Romani 7:23, la legge nelle membra di una persona che combatte contro la legge della sua mente e la rende prigioniera della legge del peccato che è nelle sue membra, riguarda sempre la legge del peccato, ma è una legge del peccato specifica, ed è dunque distinta dalla legge del peccato intesa nel suo insieme. Dunque Romani 7:23 vuole dire che nelle membra di una persona c’è una legge specifica del peccato che a tale persona le dice qualcosa come: “Non servire la legge di Dio” oppure: “Servi la legge del peccato”. Il verso vuole dire anche che questa legge combatte contro la legge di Dio e rende tale persona prigioniera della legge del peccato intesa nel suo insieme. Se combatte contro la legge di Dio, significa che la legge di Dio, allo stesso tempo dice qualcosa come: “Servi me” oppure: “Non servire la legge del peccato”.

Come possiamo notare, il peccato si serve della legge. La legge che è santa, quando viene violata, condanna le persone a non essere giuste davanti a Dio e quindi a non ereditare la vita eterna. Quando uno viola la legge di Dio, di conseguenza segue la legge del peccato.

Senza il sacrificio di Cristo, tutti gli uomini sarebbero stati condannati a non vivere per sempre, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Romani 3:23), ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù (Romani 3:24).
Il peccato causa la morte partendo da Adamo (Romani 5:12), perché il salario del peccato è la morte (Romani 6:23). Per “morte” si intende sia la prima morte che la seconda morte. Tutti gli ingiusti che non erediteranno la vita eterna saranno condannati alla seconda morte (Apocalisse 20:14), cioè moriranno per la seconda volta. Come dice 1 Corinti 15:56, il dardo della morte è il peccato. Siccome è il peccato che causa la morte, per questa ragione questa legge viene chiamata anche “legge della morte”.

Anche dopo il sacrificio di Cristo, tutte le persone non nate di nuovo (Giovanni 3:3) servono il peccato (Romani 6:6), e sarebbe uguale dire che servono la legge del peccato. Quando nascono di nuovo, la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù le libera dalla legge del peccato e della morte (Romani 8:2). Finché non nascono di nuovo, rimangono nella posizione non solo di morire per la prima volta, ma anche per la seconda volta.

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