Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra. (Ebrei 11:13 – La Nuova Riveduta 1994).

39 Tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede, non ottennero ciò che era stato promesso. 40 Perché Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, in modo che loro non giungessero alla perfezione senza di noi. (Ebrei 11:39-40 – La Nuova Riveduta 1994).

Le cose promesse riguardano la vita eterna. Le persone di cui parlano Ebrei 11:13 ed Ebrei 11:39, che il capitolo elenca, sono persone morte nella fede prima del sacrificio di Cristo. Le persone morte nella fede sono proprio tutte quelle che elenca il capitolo 11, e non solo quelle partendo da Abraamo. Il fatto che Dio si manifestò ad Abraamo, facendogli quelle promesse che sarebbero state anche per la sua discendenza secondo la fede (Romani 4:16), non implica che nessuno prima di Abraamo sia incluso in queste promesse. Nonostante Dio fece promesse ad Abraamo e alla sua progenie (Galati 3:16), anche Abele, Enoc e Noè (che sono morti anche prima che Abraamo nascesse) sono inclusi in queste promesse, perché anche loro erediteranno la vita eterna, e se anche loro erediteranno la vita eterna, anche loro sono morti nella fede.
Nota: La patria dalla quale quelli morti nella fede uscirono in Ebrei 11:14-15 è la terra (Ebrei 11:13). Tutti questi morti nella fede simbolicamente uscirono dalla terra per appartenere alla patria celeste (Ebrei 11:16). Anche questo conferma che i morti nella fede in Ebrei 11:13 comprendono anche Abele, Enoc e Noè, i quali anche loro, simbolicamente uscirono dalla terra per appartenere alla patria celeste.

Infatti con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati. (Ebrei 10:14 – La Nuova Riveduta 1994).

Il sacrificio di Cristo ha reso perfetti (Ebrei 10:14) anche coloro che sono morti nella fede di cui parla il capitolo 11 di Ebrei. Questi hanno veduto e salutato da lontano queste cose promesse, a differenza di quelli di cui parla Ebrei 11:40, per i quali Dio aveva in vista qualcosa di meglio, e che anche loro sono giunti alla perfezione mediante il sacrificio di Cristo insieme ai personaggi elencati in Ebrei capitolo 11, i quali sono stati simbolicamente liberati dalla prigionia e portati in cielo con Cristo (Efesini 4:8).
Quelli per i quali Dio aveva in vista qualcosa di meglio sono le persone vissute dopo il sacrificio di Cristo. È implicito da Ebrei 11:40 che quelli per cui Dio aveva in vista qualcosa di meglio, hanno ricevuto quelle cose, in contrapposizione ai personaggi morti nella fede di cui parla Ebrei 11, che quelle cose non le hanno ricevute, ma vedute e salutate da lontano.
Diverse persone, dopo il sacrificio di Cristo, hanno in un certo senso ricevuto le cose promesse, perché è il sacrificio di Cristo che permette alle persone di ricevere le cose promesse che riguardano la vita eterna:

“Per questo egli è mediatore di un nuovo patto. La sua morte è avvenuta per redimere dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, affinché i chiamati ricevano l’eterna eredità promessa.” (Ebrei 9:15 – La Nuova Riveduta 1994).

Queste persone, mentre erano in vita, hanno ricevuto la salvezza (Ebrei 2:8); la salvezza che si adempirà alla seconda venuta di Cristo.

Quelli che non hanno ricevuto le cose promesse ma le hanno vedute e salutate da lontano, dato che per mezzo del sacrificio di Cristo sono giunti alla perfezione, ovviamente, come detto prima, erediteranno la vita eterna.

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