33 Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e cominciò a essere spaventato e angosciato. 34 E disse loro: «L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate». 35 Andato un po’ più avanti, si gettò a terra; e pregava che, se fosse possibile, quell’ora passasse oltre da lui. 36 Diceva: «Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi». (Marco 14:33-36 – La Nuova Riveduta 1994).

E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!» (Romani 8:15 – La Nuova Riveduta 1994).

26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio. (Romani 8:26-27 – La Nuova Riveduta 1994).

E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre». (Galati 4:6 – La Nuova Riveduta 1994).

I figli di Dio hanno il suo Spirito, che ricevono quando nascono di nuovo. Quando uno nasce di nuovo, riceve lo Spirito di adozione (Romani 8:15), significando che Dio gli diventa padre.
In Marco 14:33-36, Gesù era spaventato e angosciato perché stava arrivando il tempo della sua sofferenza. Dunque dentro di lui stava gemendo. Lo Spirito Santo intercede per i figli di Dio con sospiri (gemiti) ineffabili (Romani 8:26), significando che riflette i gemiti (le sofferenze) dei figli di Dio a Dio, che esamina i cuori mediante il suo Spirito stesso. Quindi si parla di “grida”. Grida fatte mediante lo Spirito di adozione (Romani 8:15). Questo è chiaro anche da Galati 4:26, il quale dice che è lo Spirito che grida nei cuori dei figli di Dio, e questo perché intercede per i figli Dio, riflettendo a Dio i gemiti delle persone in cui si trova. Il termine “Abbà” significa “padre” ed è un termine vocativo, cioè di invocazione. Quindi i figli di Dio che invocano il Padre loro Dio. Nel caso di Romani 8:15 e Galati 4:6 è un’invocazione durante i gemiti, come anche nel caso di Gesù in Marco 14:36.

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