La moglie è vincolata per tutto il tempo che vive suo marito; ma, se il marito muore, ella è libera di sposarsi con chi vuole, purché lo faccia nel Signore. (1 Corinti 7:39 – La Nuova Riveduta 1994).

“Sposarsi nel Signore” in 1 Corinti 7:39 non significa sposare una persona giusta che è nel Signore, cioè un uomo di Dio, nonostante questo sia comandato (2 Corinti 6:14); ma l’espressione significa fare la scelta di sposarsi per motivi che sono coerenti con la volontà di Dio, e quello di sposarsi con un uomo di Dio è un motivo incluso.

Salutate Trifena e Trifosa, che si affaticano nel Signore. Salutate la cara Perside che si è affaticata molto nel Signore. (Romani 16:12 – La Nuova Riveduta 1994).

L’espressione “nel Signore” in Romani 16:12 esprime lo stesso concetto della stessa espressione in 1 Corinti 7:39. Infatti, Romani 16:12 vuole dire “Salutate la cara Perside che si è affaticata molto nella volontà del Signore.”

A una donna alla quale è morto il marito è consentito risposarsi se crede che la scelta di risposarsi sia la scelta da fare che è coerente con la volontà Dio. Per esempio, una donna crede che con il marito fa meglio nel servizio che rende a Dio di quanto lo farebbe senza marito. Questa è una scelta di “sposarsi nel Signore”.

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