La settimana scorsa ero seduto accanto a James su un volo da Saint Louis a Denver. Mentre parlavamo, l’argomento si è spostato sulla religione. Gli ho confessato che sono un predicatore e lui ha dichiarato di essere ateo. Quello di cui abbiamo parlato nel resto del volo è stata una profonda e intrigante conversazione sul vangelo.
Nel corso degli anni, ho avuto il privilegio di coinvolgere molti atei come James in vari ambienti. Ho scoperto cinque consigli utili quando si condivide il vangelo con qualcuno che dice di non credere in Dio.

1. Non essere sconvolto se l’ateo ti pone tante domande:

Ad alcuni atei piace scuotere i credenti sul fatto che non credono in Dio. Questo marchio da ateo, toglie la sicura alla granata “non c’è nessun Dio” e la lascia cadere nel bel mezzo della conversazione, aspettando che il credente corra ai ripari.
Non essere graduale. È un dato di fatto iniziare a fare domande circa il loro ateismo. Scopri che cosa intendono veramente con il termine ateismo (alcuni sono agnostici, ma si definiscono atei). Poni delle domande sul loro passato.
E ricordati che, mentre poni le domande, il tuo obiettivo non è quello di intrappolarli, ma capirli. Trova le aree in cui ti trovi d’accordo. Proprio come l’apostolo Paolo trovò un terreno comune con gli Ateniesi quando scoprì l’altare “al Dio ignoto”. Possiamo trovare un terreno comune in un rifiuto reciproco della religione legalistica e una passione per la scienza.
Anche se James ha parlato un po’ negativamente della religione, ha parlato bene di Gesù. Sebbene lui non ha considerato Gesù come Figlio di Dio, lo ha fatto percepire come un’anima illuminata. Come minimo quello era qualcosa per cui potevo costruire la mia causa per Cristo.

2. Ascolta profondamente il vero “perché”:

A volte è la rabbia per aver perso una persona cara o perché sono stati in qualche modo feriti dalla chiesa. Altre volte i motivi sono altri, come il fatto che hanno paura della verità, perché se abbracciassero la verità, sarebbero sottomessi a Dio, e non sarebbero liberi come lo erano prima; quindi preferiscono abbracciare una bugia che li rende più liberi. Qualunque sia il motivo, c’è sempre un “perché” dietro la bugia che stanno abbracciando.
James ha parlato della sua educazione in Inghilterra e la sua regolare frequentazione della Chiesa d’Inghilterra. Mi ha raccontato di come la moglie lo aveva lasciato, e che poteva vedere i suoi figli solamente il fine settimana. James mi ha confidato che legge almeno un libro alla settimana e di come si lascia andare nei romanzi.
Per come me ne ha parlato, non riuscivo a capire il perché fosse ateo, ma ho potuto percepire che era un uomo solo. Il mio cuore si è aperto a lui, e penso che ha potuto percepire la mia simpatia.

3. Connettiti in modo relazionale:

James e io abbiamo scherzato e litigato. Io lo ascoltavo e lui mi ascoltava. La morale della favola è che James mi piace. Lui è un ragazzo interessante, con una storia interessante.
Dobbiamo prestare attenzione al richiamo che fece Paolo su Timoteo su come trattare coloro che sono in disaccordo con noi teologicamente:
“Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese. Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente. Deve istruire con mansuetudine gli oppositori, nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà” (2 Timoteo 2:23-26).

4. Gli atei hanno conosciuto la verità:

Quelli che dichiarano di essere atei hanno conosciuto la verità (cioè Dio), ma l’hanno respinta. Pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio, né lo hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato. La Scrittura lo rende chiaro in Romani 1:18-22:

“L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l’ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio, né lo hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, son diventati stolti” (Romani 1:18-22).

Possono cercare di sopprimere la loro fede in Dio, ma nella discussione, gli atei potrebbero dire qualcosa come: “Beh, se Dio è così buono allora perché permette…” Questo è il punto della conversazione dove hanno “dimenticato” il loro ateismo e hanno manifestato alcuni dei loro dubbi. Possiamo essere certi che, il vangelo sta iniziando a sfornare nell’anima dell’ateo.

5. Racconta il vangelo come una storia d’amore (che corrisponde alla verità):

Quando ho condiviso il vangelo con James, non stavo cercando di dimostrare l’esistenza di Dio. Stavo semplicemente condividendo la storia dell’amore di Dio. Ho detto qualcosa come: “James, alla base del Cristianesimo c’è una storia d’amore. Gesù l’ha messa in questo modo: “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).
Potrei dire che James è stato affascinato da questo punto di vista. Ha ascoltato rispettosamente e ha posto domande riflessive.
A questo punto sono entrato in un po’ di apologetica, ma solo dopo aver condiviso il vangelo come una storia d’amore. Accade spesso che i credenti usano l’apologetica come un martello, invece che come un piede di porco per aprire le menti chiuse.
James e io abbiamo avuto una conversazione rispettosa dove io ho ascoltato lui e lui ha ascoltato la bella novella di Gesù. Il mio compito non era quello di portarlo a Gesù, ma di “esporre chiaramente la verità” e lasciare che lo Spirito di Dio continui il suo lavoro.
James non ha recitato la preghiera del peccatore dopo che l’aereo si è fermato all’entrata dopo l’atterraggio. Ma credo che da qualche parte, tra Saint Louis e Denver, lo Spirito di Dio l’abbia spinto più vicino a Gesù. Io prego che egli attraversi la linea della fede e riceva Gesù come suo Salvatore.

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