Matteo 21:21-22: Rispose Gesù: “In verità vi dico: se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: levati di lì e gettati in mare, ciò avverrà. E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera lo otterrete”.
Gesù dice ” tutto”, tutto significa… tutto.
Gesù insegna prima di tutto che alla preghiera fatta con fede c’è sempre una risposta di Dio: e ne dà la prova, ad una preghiera intima di Cristo il fico si è seccato e si è seccato immediatamente.
Gesù insegna che la risposta di Dio è sicura quando c’è la preghiera piena di fede.
E’ la fede la chiave della preghiera.
Chiedere con fede, insiste Cristo, perché è proprio quello che quasi sempre manca alla nostra preghiera.
Anche un delinquente con la preghiera si salva; l’ultima lezione sulla preghiera Gesù la dà sulla croce dove dà una risposta immediata al buon ladrone che prega per essere perdonato.
Naturalmente nelle nostre necessità materiali ci sono dei settori in cui non saremo sicuri dell’esaudimento della nostra preghiera anche se è fatta con fede.
E Dio che ci ama non risponde. L’ha fatto con Gesù quando al Getsemani ha chiesto di essere liberato dall’umiliazione della croce.
Le sue parole sono chiarissime e Marco aggiunge un particolare prezioso per capire quando è che chiediamo veramente con fede,
“tutto quello che domandate nella preghiera abbiate fede di averlo (già) ottenuto e vi sarà accordato”. (Marco 11:24)

“In verità vi dico: Se avrete fede pari ad un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile”. (Matteo 17:20)

Gesù guarisce il paralitico

Marco 2:3-12: “Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”.
Non è detto che fosse il paralitico ad avere fede, a Cristo è bastata la fede dei portatori coraggiosi.
Quando preghiamo per un malato, quando imploriamo per un peccatore, è la nostra fede che conta, è la fede di chi chiede che conta.
Sentiamo di avere poca fede? Ma chiediamola con insistenza e Dio ce la darà. Attingiamola anche da chi ne ha di più, ci sono persone, libri, luoghi, che ci possono comunicare una carica maggiore di fede; poi ci sono pagine privilegiate della Scrittura che dobbiamo leggere e rileggere senza tregua, sono vere palestre della fede. Aggrappiamoci a tutto ciò che intuiamo ci sia più utile per aumentare la fede e chiediamola a Cristo con ardore e con costanza, Dio ce la darà.

Matteo 8:5-13: “Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: “Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente”. Gesù gli rispose: “Io verrò e lo curerò”. Ma il centurione riprese: “Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola ed il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: và, ed egli va; e a un altro: vieni, ed egli viene, e al mio servo, fa questo, ed egli lo fa”… E Gesù disse al centurione: “Và, e sia fatto secondo la tua fede”. In quell’istante il servo guarì”.
La fede è un dono di Dio, ma è un dono affidato anche alla nostra buona volontà.
Certo noi frapponiamo ostacoli grandi alla fede: l’orgoglio, la presunzione, la cattiva volontà, ma l’ostacolo più grande è quasi sempre costituito da non andare a Cristo, dalla nostra immobilità: il primo passo verso Cristo ha subito la risposta di Cristo.
La fede è un dono, bisogna implorarla, ma la nostra buona volontà è il terreno dove la fede può attecchire o può inaridire.

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